La questione del sottodominio www rimane a volte un punto interrogativo anche nella mente dei più esperti: non è raro che persino gli addetti ai lavori, ovvero programmatori, tecnici e sistemisti, a volte non conoscano vantaggi, svantaggi e ragioni dell'esistenza del sottodominio www. Con questo articolo cercheremo di introdurre gli aspetti più importanti della questione, sperando di mettere il lettore in grado di, se necessario, approfondire in modo autonomo l'argomento.

Iniziamo con il considerare il dominio aziendeitalia.com, cioè il dominio registrato da AziendeItalia. Ogni host viene registrato presso un dominio di primo livello (ovvero TLD, Top Level Domain), che in questo caso è .com. Ricordiamoci che non sempre il dominio di primo livello è quello dopo l'ultimo punto. In alcuni casi (vedi ad esempio .uk) il ruolo del dominio di primo livello viene svolto da “particolari sottodomini”, come ad esempio co.uk oppure org.uk. Da un punto di vista tecnico, anche in questi casi, il vero dominio di primo livello è quello dopo l'ultimo punto (cioè .uk), e le etichette come co e org sono domini di secondo livello registrati presso .uk. Ma, da un punto di vista pratico, siccome i domini sotto .uk vanno registrati come prova.co.uk oppure prova.org.uk, possiamo pensare alle sigle co.uk e org.uk come se fossero davvero domini di primo livello.

Subito prima del dominio di primo livello (ad esempio .com) abbiamo il dominio di secondo livello (ad esempio aziendeitalia): è questo quello che va registrato presso l'authority competente. Poiché il dominio di secondo livello è l'unico a necessitare una registrazione, quando si dice “registrare un dominio” si da per sottinteso che stiamo parlando di un dominio di secondo livello. I domini registrati sono, proprio in virtù della procedura di registrazione, unici all'interno di un dominio di primo livello. Per questo motivo non possiamo usarli liberamente, o cambiarli quando ci pare e piace, ma dobbiamo sempre sottostare alla procedura di registrazione.

Eccoci così giunti al nocciolo della questione: prima del nome del dominio registrato abbiamo gli eventuali sottodomini di terzo livello. Qui abbiamo libertà completa: se abbiamo spazio, e se il nostro hosting provider lo permette, possiamo inventarci tutti i sottodomini che ci piacciono, senza alcuna necessità di registrarli. Il motivo è semplice: se pensiamo al dominio di primo livello come l'indirizzo postale della nostra città (esempio: Milano – Italia), e al dominio di secondo livello come l'indirizzo stradale (esempio: Via Roma, 1), allora i sottodomini di terzo livello sono quella parte dell'indirizzo che ci compete: il nome scritto sulla cassetta delle lettere, o sul citofono.

Siccome il dominio di secondo livello è l'unico a dover essere registrato, esso viene detto semplicemente “dominio”. Questo spiega perché i domini di terzo livello, in quanto contenuti in quello che viene detto “dominio”, sono detti per brevità“sottodomini”.

Una volta chiarita la terminologia, e giustificato l'uso dei vari sinonimi, possiamo finalmente chiarire la questione del sottodominio www. Consideriamo ad esempio

www.aziendeitalia.com

prova.aziendeitalia.com

Per quanto appena detto, in questo caso abbiamo un dominio registrato (cioè di secondo livello), avente nome aziendeitalia, che contiene due sottodomini: www e prova. Se siamo abituati a pensare (erroneamente) alla sigla www come sinonimo di Internet, il fatto che www sia in realtà un sottodominio potrebbe confonderci. Per convincerci, basta fare un salto nel passato e ricordare che la nascita di Internet coincide con l'adozione del protocollo TCP/IP su scala mondiale. Il World Wild Web coincide invece con la diffusione, in un secondo tempo, del protocollo HTTP sopra la rete TCP/IP. Per questo motivo, all'inizio (primi anni '90) il protocollo HTTP era uno dei tanti possibili modi di usare Internet. Riprendendo l'analogia tra la struttura di un URL e un indirizzo postale, dove il sottodominio rappresenta ciò che scriviamo sul citofono o sulla cassetta delle lettere, avremmo

smtp.aziendeitalia.com (cassetta delle lettere)

ftp.aziendeitalia.com (box dedicato ai pacchi)

www.aziendeitalia.com (nome sul citofono)

L'analogia è azzeccata, perché la funzione iniziale dei sottodomini era esattamente questa: differenziare i diversi protocolli di comunicazione su indirizzi diversi. Solamente in un secondo tempo, quando il protocollo HTTP si è imposto sugli altri, si è iniziato a pensare al sottodominio www come quello “normale” o di “default”, perché era quello da “usare dentro il browser”.

Vantaggi e svantaggi

Dato che l'utilizzo del sottodomino www è un retaggio storico, è chiaro che se ne potrebbe fare a meno. E' per questo che, sia scrivendo www.aziendeitalia.com o aziendeitalia.com, apparentemente non cambia nulla. Esistono però delle differenze che si riflettono in vantaggi o svantaggi effettivi. Alcune questioni associate alla scelta di usare o non usare il prefisso www sono

  • Valutazione del Page Rank da parte dei motori di ricerca: se il nostro sito viene indicizzato a volte come www, a volte senza www, di fatto il numero di link verso il nostro sito viene diviso in due parti. Per ottimizzare l'indicizzazione, soprattutto relativamente al SEO, è bene scegliere uno solo dei due indirizzi. Vanno bene entrambi, scegliamo quello che più ci piace, però usiamone solo uno.
  • Scalabilità e balancing: il vantaggio dei sottodomini, rispetto all'uso delle directories (esempio: aziendeitalia.com/prova) è che possiamo impostare i record DNS di un sottodominio per puntare ad IP diversi. Questo permette di migrare, in modo trasparente all'utente, i sottodomini su macchine diverse. Un altro vantaggio è di poter reindirizzare le richieste dai sottodomini su server in load balacing, migliorando le performances.
  • Gestione dei cookies: il fatto di avere dei sottodomini impatta lo scope dei cookies, e in alcuni casi può ridurre la banda effettiva a disposizione del sito. Si tratta di un argomento che merita di essere trattato a parte, come vedremo nelle prossime puntate.

Se non siamo dei tecnici specializzati, ma usiamo il web per fare impresa, l'aspetto più importante dovrebbe essere il primo: ricordarsi di utilizzare sempre un solo tipo di riferimento al nostro sito. Per ottimizzare l'indicizzazione delle nostre pagine, conviene decidere se vogliamo farci conoscere con il prefisso www o senza di esso. Se abbiamo già avviato il sito, già indicizzato molte pagine e utilizzato una volta un indirizzo, una volta l'altro, non è troppo tardi per rimediare. Prossimamente vedremo come sfruttare il redirect HTTP (o addirittura DNS) per risolvere il problema.

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