Uno degli aspetti più interessanti dei blog è la capacità di interagire tra loro, creando delle communities di blogger, una sorta di circoli letterali dove diversi autori possono leggersi, confrontarsi, commentarsi e citarsi a vicenda. Del resto, un blog isolato, che non rimanda a nessuna altra notizia, parla solo di se stesso e non cita mai le fonti, è raramente un blog interessante.

Oggi vedremo funzionalità come i trackback e i pingback, che permettono di gestire il rapporto con gli altri blogger in modo semplice ed efficace. Mostreremo poi come applicare i concetti teorici ad uno dei CMS più affermati al mondo: WordPress.

Trackbacks

Un trackback è, in sintesi, la notifica di una citazione. Supponiamo di avere un blog e di scrivere un articolo che riscuota un certo successo, raccogliendo centinaia di lettori in pochi giorni. Tra questi lettori potrebbe esserci un altro blogger, che dopo aver letto il nostro articolo forse vorrà parlarne, discuterne, o semplicemente citare la fonte della sua ispirazione (noi).

Il trackback è la tecnologia che ci avvisa quando qualcuno cita un nostro articolo. Funziona così: il lettore, che si presuppone essere a sua volta autore, invia un trackback al nostro motore del blog, ad esempio WordPress. Quando riceve il trackback, WordPress si aggiorna automaticamente, segnalandoci che qualcuno ci ha citati. Il modo in cui il blog “ricevente” segnala l'arrivo di un trackback può variare da caso a caso: spesso il trackback appare come commento all'articolo originale, in attesa di approvazione, ma questo è solo uno dei tanti scenari possibili.

Siccome possiamo essere sia mittenti di trackback (quando citiamo) che destinatari di trackback (quando siamo citati), la funzionalità può essere sintetizzata usando entrambi i punti di vista:

  • Il trackback ci avvisa quando qualcuno parla di noi
  • Il trackback ci permette di avvisare gli altri se parliamo di loro

Pingback

Un pingback è un'evoluzione, nel senso della semplificazione e della tecnologia, del trackback. Il concetto è il medesimo: avvisare l'autore se viene citato. Le differenza rispetto al trackback sono:

  • Nessun contenuto: un trackback contiene anche un breve estratto di testo, che può fare da occhiello al titolo della citazione. Un pingback invece è nudo e credo, ovvero contiene solamente il link alla citazione (e quello del mittente)
  • Verifica mittente: appena un sito riceve un pingback viene immediatamente verificato se il mittente ha davvero menzionato ciò che dichiara di citare. In altre parole i pingback verificano la consistenza della citazione durante la trasmissione della notifica

Perché queste differenze? Abbiamo già detto che molti trackback appaiono come commenti al blog originale, ovvero appaiono sul blog dove si trova il testo citato. Ciò permette all'autore del blog di editarli e, se vuole, modificarli. Un trackback può essere quindi fasullo, ovvero potrebbe affermare di essere stati citati da Tizio Caio con “queste lodevoli parole”, senza che ciò sia vero.

Lo svantaggio dei trackback, almeno dal punto di vista del lettore, è l'impossibilità di verificarne l'autenticità. Esiste però uno svantaggio anche dal punto di vista dell'autore: utenti maliziosi potrebbero riempire il nostro blog di falsi trackback, al fine di inserire link verso la loro pagina (di solito per aumentarne il Page Rank).

I pingback sono un'evoluzione dei trackback proprio perché risolvono (o almeno ci provano) i due problemi appena visti. Riassumendo, i vantaggi dei pingback sono:

  1. Non sono (teoricamente) falsificabili perché non sono editabili da chi li riceve
  2. Sono autenticabili verificando il mittente al momento della ricezione

WordPress

Vediamo adesso come utilizzare trackbacks e pingbacks, facendo riferimento a WordPress 3.x.

Per visualizzare il riquadro dei trackback dobbiamo cliccare su Impostazioni schermo (in alto a destra) e spuntare la casellina Invia trackback. A questo punto, in fondo alla pagina di modifica di un articolo, apparirà il riquadro dedicato ai trackback: qui sarà possibile, per ogni post, precisare l'URL di destinazione dei trackback (uno o più), ovvero l'indirizzo della citazione.

Attenzione, però: in molti casi la nostra installazione di WP è in hosting presso qualche provider, e non sempre abbiamo pieno accesso alla configurazione di rete del server remoto. In altre parole: se non riceviamo trackback, o non riusciamo ad inviarli, la colpa potrebbe essere del nostro provider, che potrebbe bloccare (in buona fede) le richieste, per arginare i possibili problemi di spam di cui abbiamo già parlato. In altri casi il destinatario potrebbe avere installato un plugin proprio allo scopo di bloccare i trackback fasulli, e il nostro trackback viene bloccato dal WordPress destinario.

Alcuni dei motivi per cui i trackback potrebbero non funzionare sono:

  • Il ricevente ha attivato un qualche plugin che blocca a priori qualsiasi trackback o pingback
  • Il ricevente non ha abilitato i commenti nella configurazione (nel caso di WordPress) ImpostazioniDiscussione
  • Il ricevente utilizza un plugin che richiede un captcha per inserire commenti
  • il mittente non ha disabilitato la whitelist sul server in hosting, per cui i trackback o pingback vengono bloccati in fase di trasmissione

Conclusioni

Al di là delle differenze nell'implementazione tecnologica, spesso si utilizza il termine trackback sia per identificare i trackback veri e propri, sia la funzionalità in senso astratto. Per questo motivo a volte si parla di trackback anche se quello che viene inviato è di fatto un pingback. Il discorso ricorda un po' l'uso della parola HTML per indicare il sorgente di una pagina web, anche nei casi in cui la pagina in realtà è scritta in XHTML. Si tratta di un abuso di linguaggio che può confondere chi si avvicina all'argomento la prima volta, e forse anche per questo i trackback sono poco conosciuti. Se consideriamo poi che la maggior parte dei plugin relativi ai trackback e pingback nascono allo scopo di bloccare i trackback in entrata, e che alcuni provider bloccano per default i trackback in uscita, è facile capire perché queste funzionalità siano poco usate. Ciò non significa che si tratti di una tecnologia in disuso, ma solo che occorre avere un po' di pazienza e buona volontà per domarla al nostro servizio. La potenzialità di uno strumento va spesso di pari passo con la cura e l'attenzione necessari per usarlo.

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