Google Penguin: cos'è e come funziona
Google Penguin è uno degli algoritmi misteriosi con cui potreste trovarvi a fare i conti nell’avventura di posizionamento del vostro sito. Ecco cos’è e cosa può farvi.
Lo chiamano Google Penguin, un nome carino per un algoritmo che, di fatto, terrorizza da anni tutti coloro che sognano di posizionare i loro siti web sui motori di ricerca. Di questo curioso pinguino si sa davvero poco: il team ufficiale di Google non rilascia molte informazioni specifiche a riguardo, lasciando all’intuizione, allo studio e ai test gran parte del suo funzionamento.
Google utilizza Penguin per passare in rassegna tutti i contenuti che gli vengono quotidianamente forniti dalle persone che vogliono posizionarsi. Attraverso tecniche, calcoli e algoritmi di cui si sa poco e nulla, Google scansiona le pagine del nostro sito e le classifica per sicurezza, rilevanza, ottimizzazione e mille altri fattori, alla fine le posiziona sul motore di ricerca dove, in base ai suoi calcoli interni, dovrebbero andare a collocarsi.
A complicare quest’operazione ci sono i costanti aggiornamenti di Penguin da parte di Google, in costante mutamento e miglioramento al fine non solo di fornire risultati sempre più accurati agli utilizzatori, ma anche per tutelare il sistema da eventuali vizi o abusi.
Che cos’è Google Penguin?
Penguin è un algoritmo in continua evoluzione e aggiornamento che, per sua natura, punta a colpire il black hat, ovvero i siti che utilizzano, coscientemente o incoscientemente, sistemi di link building irregolari o ingannevoli.
Google Penguin è un sistema che tenta di mantenere un ambiente ideale all’interno della SERP, dove tutti i siti che appaiono tra i risultati sono sicuri, informativi e soprattutto spontanei e non frutto di artifici o abusi del regolamento. Questo significa che il nostro sito web non dovrebbe mai trovarsi a linkare informazioni non pertinenti o fuorvianti (ma ben posizionate) al fine di potenziare l’autorità.
Quando si scelgono i link per un determinato testo, dunque, la pertinenza è la prima regola in assoluto. Molti “esperti SEO” tentano di recuperare un gran numero di crosslink da altri siti autorevoli attraverso pagamenti o artifici. Google Penguin scova tutte le situazioni sospette e le punisce aspramente, talvolta rimuovendo del tutto il sito dai risultati. Così come Google Panda, Penguin serve a tutelare l’utente finale, talvolta a discapito dei siti web, con l’obiettivo di premiare l’onestà e il link building trasparente.
Come prevenire la penalizzazione di Google Penguin?
Come già spiegato, Google è molto geloso del funzionamento esatto dei suoi algoritmi. Va da sé che l’unico modo per tutelarsi dalle penalizzazioni è quello di conoscere con esattezza che cosa si intende con lo sviluppo di link forzati o innaturali.
Nello specifico:
- Google potrebbe penalizzare lo scambio di link fine a se stesso: io metto il link del tuo sito, tu metti il link del mio – e Google penalizza entrambi i siti web, proprio perché la forzatura di questo sistema è evidente.
- I footer link, ovvero i link presenti a fine pagina e fuori dal testo, potrebbero essere malvisti da Penguin. Del resto, se il link fosse effettivamente utile, probabilmente non si troverebbe nascosto sul fondo, abbandonato un po’ al suo destino.
- Pertinenza dei link: crosslinkare due siti con argomento e parole chiave principali molto differenti non è un’operazione così saggia. Per esempio, inserire un link a un negozio di serramenti quando il nostro obiettivo è commercializzare la nostra palestra di yoga potrebbe non essere un’operazione saggia o lungimirante.
L’obiettivo del sito, dunque, è quello di fornire link interessanti, che forniscano un approfondimento autentico e corroborante alle informazioni presenti sul sito. Inoltre, è bene linkare sempre e solo siti web affidabili e conosciuti. Nel dubbio, non accollatevi il rischio di una penalizzazione – la quale potrebbe risultare particolarmente ostica da superare.